Benvenuti al Festival dell'Immagineda Riflessi d'arte a.p.s
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Mission
“RIFLESSI D’ARTE” APS ETS ha sede a Martina Franca (TA), nasce con lo scopo di favorire la promozione di iniziative culturali ed artistiche, con particolare attenzione alle espressioni pittoriche, letterarie, fotografiche, e musicali. Nell’ambito delle attività con i suoi soci, l’associazione organizza il “FESTIVAL DELL’IMMAGINE” mostra e concorso d’arte, che si svolge a Martina Franca presso il Palazzo di Città. La manifestazione artistica nasce nel 2010 dalla volontà del direttore artistico Tonio Cantore responsabile del progetto nato con l’associazione culturale “Un’Altra Martina”.
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Lo scopo primario dell’iniziativa è quello di permettere agli artisti di mostrare al pubblico le proprie opere in una vetrina d’arte allestita per l’occasione nella città. Evento in compartecipazione con il Comune di Martina Franca e di associazioni e realtà che curano eventi culturali in Puglia. La tredicesima edizione è stata programmata dal 12 al 19 NOVEMBRE 2023 .
Per partecipare come artista è necessario leggere prima il regolamento e seguire le iscrizioni nella pagina dedicata.
La manifestazione sarà animata da una programmazione incentrata sul 1800 e sull’emozionante riferimento all’artista Van Gogh, dal quale sono nate importanti ispirazioni per numerosi artisti fino al giorno d’oggi, soprattutto per la tecnica e le modalità con cui utilizzava il colore.
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“Dipingi i tuoi sogni”
Con oltre 850 dipinti e opere su carta, Vincent van Gogh (Groot-Zundert, Brabante, Paesi Bassi 1853 – Auvers-sur-Oise, Francia 1890), è considerato dopo il seicentesco Rembrandt van Rijn, il più grande artista olandese moderno e il più famoso tra i post-impressionisti. Nella sua breve vita riuscì a vendere ben poche delle innumerevoli opere prodotte e la sua fama venne raggiunta molti anni dopo la sua tragica morte a soli 37 anni. Paesaggi assolati, colmi di luce, tremanti nature morte, emozionate vedute notturne, solitari ambienti cittadini, inquietanti chiese, interni ed esterni di case, delicati ritratti e commoventi autoritratti, compongono, attraverso un percorso artistico coraggioso, intenso e sofferto, un immaginario unico nella storia dell’arte. Il suo originale approccio stilistico, contraddistinto dall’uso di colori puri e pennellate corpose, rimane un affascinante modello per molti artisti nel XX secolo. Partito dall’Olanda contadina, dopo varie esperienze e tappe in diverse città, Vincent van Gogh giunse a Parigi nel 1886 dove entra in contatto con la vivace realtà artistica della capitale francese rappresentata dall’arte Impressionista e Post-Impressionista: A Parigi studia le varie teorie del colore che già sul finire dell’800 si alternavano in seguito all’innovative scoperte dei composti cromatici sintetici. Fino ad allora venivano utilizzati solo pochi pigmenti ottenuti faticosamente dagli artisti, macinando ed elaborando sostanze minerali o vegetali attraverso complicati processi di cottura e decantazione. In seguito alle varie scoperte scientifiche e al progresso della chimica industriale, nel corso dell’Ottocento, la tavolozza dell’artista si rinnova e si arricchisce di nuovi colori fino ad arrivare a circa 60 pigmenti di colore: dal colore giallo all’azzurro ceruleo, dal verde brillante al viola, grandi novità coloristiche non solo in termini di luminosità e intensità ma anche in termini economici. Verso la fine dell’800 i nuovi pigmenti diventano disponibili in notevoli quantità tanto da poter essere utilizzati generosamente sulle tele, permettendo ai pittori come van Gogh di ottenere straordinari risultati pittorici e, per la prima volta nella storia dell’arte, di poter esprimere ciò che non era mai stato contemplato in precedenza cioè che i multiformi colori dell’anima di un artista potessero combaciare con le varie declinazioni cromatiche attraverso pennellate spezzate, dense e a volte violente. Cosa colpisce dei dipinti di Vincent van Gogh? Il giallo acceso dei girasoli bruciante come un sole, il verde vivo e vibrante degli alberi delle campagne francesi, il blu profondo e divino dei cieli stellati o dell’abito dell’amato dottor Paul Gachet. E’ la materia del colore che parla nelle opere dell’artista, una materia che diventa carne dolente, attraversata dall’amore, dalla passione per l’arte e per la vita sopra ogni cosa, una vita che pulsa come sangue nelle vene attraverso ogni vibrante pennellata di colore delle sue tele. Tali quadri in realtà, non sarebbero mai esistiti e ora ammirati nella loro fulgida bellezza, se van Gogh fosse vissuto un paio di secoli prima e di questo era consapevole l’artista. Della sua vita sappiamo tanto, gran parte della sua storia ci è nota grazie allo scambio epistolare che intrattenne con l’amatissimo fratello e mecenate Theo Van Gogh che, dopo averlo incoraggiato e sostenuto emotivamente ed economicamente per tutta la vita, morì poco dopo la morte dello stesso artista nel 1891. Sappiamo che, sul finire dell’800 van Gogh lasciò il centro urbano di Parigi per la campagna di Arles nella Provenza. Nell’aprile del 1889 esausto fisicamente ed emotivamente in seguito a delusioni e sconfitte lavorative, entra volontariamente nell’ ospedale psichiatrico di Saint Rémy, continuando incessantemente a dipingere. Nonostante la sua fragile salute mentale, completò 150 dipinti e disegni, tra cui il bellissimo e significativo, Ramo di mandorlo fiorito del 1890, simbolo di rinascita e per lui, desiderio di vita e speranza. Vincent trascorse gli ultimi mesi della sua vita ad Auvers-sur-Oise, un villaggio di artisti vicino a Parigi, morirà il 29 luglio 1890, per una ferita da arma da fuoco mentre dipingeva in un campo di grano. Da una lettera al fratello: “Trova cose belle più che puoi, la maggior parte della gente trova troppo poca bellezza. Continua sempre a camminare e ad amare la natura, perché è questo il vero modo per imparare ad amare l’arte sempre meglio. I pittori comprendono la natura e la amano e ci insegnano a vedere.” Lettera a Theo Van Gogh, Londra 1874
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presentazione del libro "ANDARE LONTANO VIAGGIANDO" di Alviero Martini ospite #fdi2017